Dei Rolling Stones abbiamo già adeguatamente parlato, pur non essendocene il bisogno. Tutti conoscono queste leggende della musica che rappresentano una pietra miliare della storia del rock. Rivali storici dei Beatles e con la nomea di brutti, sporchi e cattivi, hanno quasi 55 anni di carriera alle spalle. Proprio pochi giorni fa, ad 11 anni dall’uscita di A Bigger Bang, è uscito Blue & Lonesome.
LA NASCITA DELL’ALBUM
Blue & Lonesome è un album particolare, non solo il primo a contenere esclusivamente cover, ma anche il primo Blues. Esso rappresenta un ritorno alle origini degli Stones, quando nei primi anni 60 passavo le ore ad ascoltare i dischi di Willie Dixon, Little Walter (autore del brano omonimo dell’album), Howlin’ Wolf ed Eddie Taylor, e il 45 giri di Rollin’ Stone di Muddy Waters, in un piccolo appartamento. Con questo lavoro, gli Stones hanno omaggiato sia la musica che li ha fatti crescere che il loro stesso credo. Essi desideravano poter diffondere, con stile proprio, quella musica che rappresentava un confine simbolico tra razze. Nulla ha potuto fermarli e in questa riscoperta del passato, Jagger, Richards, Wood e Watts non sono stati soli. Grandi artisti come Eric Clapton, Matt Clifford, Chuck Leavell, Darryl Jones e Jim Keltner li hanno affiancati in questo viaggio.
I BRANI E LO STILE
Registrato in 3 giorni, il disco contiene 12 brani per una durato totale di 42 minuti. I pezzi che lo compongono sono Just Your Fool, Commit a Crime, Blue and Lonesome, All of Your Love, I Gotta Go, Everybody Knows About, My Good Thing, Ride ‘Em On Down, Hate to See You Go, Hoo Doo Blues, Little Rain, Just Like I Treat You e I Can’t Quit You Baby. Ad eccezione dell’ultimo brano quindi, non troviamo standard di grande fama, ma piccoli gioielli a sé. Il suono è in particolare la cosa più importante e sorprendente: sembra provenire da un’altra epoca, eppure è anche estremamente attuale. La voce potente e impeccabile di Jagger e i suoi assoli di armonica in All of Your Love; la complicità tra batteria e chitarra di Charlie Watts e Keith Richards in Commit a Crime di Howlin Wolf; il tocco delicato e poi graffiante di Ron Wood in Ride ‘Em On Down di Eddie Taylor; la maestosità di Clapton, riconoscibile anche da una singola nota, che avvolge tutto di un’intensità profonda, diversa da quella aggressiva della band.
Alcuni dicono che i bianchi non potranno mai comprendere il Blues. Gli Stones tuttavia non si sono limitati a questo. Essi lo hanno assorbito, plasmato e trasformato in un genere dotato di stile proprio, per esprimere il loro credo.